MIGLIOR cortometraggio (1° posto)
“La Giustificazione”
di Alex Marano
Un percorso esplorativo e crudele, in mezzo a scenari sbiaditi di periferia e vite ai margini. La storia è sospesa nel tempo, segue le lancette dell’amarezza e della frustrazione. La Giustificazione è un innesco perfetto per il dolore inesploso, in cui amore e verità man mano si contaminano di tensione crescente e deflagrano insieme nel finale. Alex Marano celebra meravigliosamente il cinema di Trauffalt ma più di tutto il cinema dell’anima.

MIGLIOR cortometraggio (2° posto)
“Prova d’amore”
di Denis Nazzari
Il cortometraggio guarda con delicatezza e sensibilità alla diversità, senza effetti speciali e finzioni. I sentimenti, i silenzi e l’intima ritualità dei gesti quotidiani trasmettono un senso di bellezza e poesia, fondendosi nella musica emozionante composta dal Premio Oscar Nicola Piovani.

MIGLIOR cortometraggio (3° posto)
“ Lui ”
di Federico Mottica
“Lui” è un viaggio di evasione senza una meta precisa, tra eventi non previsti, storie di diversità e ritrovi familiari.Le scelte registiche e di racconto riescono in maniera originale a svelare ai due protagonisti la loro confusa identità.

Migliore Attrice protagonista
Autilia Ranieri
Migliore Attrice non protagonista
Denise Capezza
per “Chi Spara per Primo”
Le due attrici, imperturbabili, controverse e vendicative, guidano sapientemente una commedia amara, un vero e proprio Western contemporaneo, conferendo al racconto una suspence continua. Il loro apparente distacco e la loro incapacità di trasmettere empatia donano al finale un epilogo tarantiniano.

MIGLIOR ATTORE protagonista
Mario di Leva
per “La Giustificazione”
Una giovane stella, con una prova attoriale da adulto. Un personaggio complesso, dall’evoluzione inaspettata. La sua condanna genera quasi immedesimazione, la sua performance intensa aggiunge un ulteriore velo di malinconia ed emotività al film, rendendolo un ritratto fedele dell’innocenza perduta.

MIGLIOR ATTORE non Protagonista
Nicola Pistoia
per “Ultimo Sogno”
La prova attoriale arriva con forza allo spettatore ed esplora il mondo complesso della figura paterna. Il rapporto padre-figlio è una difficile equazione di amore ed odio profondo, rimpianto e momenti felici.

Miglior Regia
Simone Polito
per “La brava gente”
La Brava Gente scava a mani nude negli incubi e nei fallimenti dell’uomo, e si interroga sul ruolo della famiglia nella nostra società.
I luoghi e le immagini si ripetono, si moltiplicano, si sovrappongono e formano un quadro confuso, che sembra fatto della stessa materia del nostro inconscio. La pellicola è imbevuta di disagio, lo stesso che provano i due protagonisti; non hanno un nome apposta, perché nessuno glielo ha mai dato.

PREMIO CRITICA
“Chello nguollo”
di Olga Torrico
Il cortometraggio, con una attitudine quasi documentaristica, non segue una temporalità precisa ed è scandito da una narrazione in cui si susseguono cicli naturali, credenze popolari, misticismo e L’eterno ritorno della natura si scontra con il mito e si avvolge in maniera viscerale intorno alla figura di Santa Lucia, simbolo di strenuo ed eroico femminismo.

Migliore Sceneggiatura
“Archtichoke”
di Salvatore Rocco
La regia narrativa comunica emozioni complesse ed esprime un linguaggio che fonde l’arte cinematografica con l’estetica unica L’universo fragile dei sentimenti sembra quasi congelato dall’amore non corrisposto e dalla paura del rifiuto, riuscendo a ricreare un’opera visiva innovativa.

Migliore Fotografia
“Just kids”
di Roberto Urbani
I primi piani della protagonista enfatizzano le sue emozioni, filtrando ogni scena attraverso il suo sguardo ed il suo respiro. L’approccio alle immagini, utilizzato anche per i suoni e le musiche, crea una sensazione di disagio costante e pericolo imminente, fondendo la scenografia fredda ed invernale con la parte interiore più cupa.

Miglior Documentario
“Donde los ninos no suenan”
di Stefano Sbrulli
Esistono ancora luoghi del mondo in cui il diritto ai sogni è assolutamente negato. Come succede a Cerro de Pasco, una delle città più povere del Perù, sfruttata fino a ricodificare il sangue dei suoi abitanti per l’estrazione mineraria.
Quattro secoli di abusi, raccontati da una complessa e toccante
indagine scientifica e fotografica. La necessità di andare via si scontra con l’impossibilità sociale ed economica di immaginarsi un futuro altrove e la coraggiosa voglia di lottare per difendere le proprie radici.

MIGLIOR CORTO ANIMATO
“Meatseller”
di Margherita Giusti
La forza della voce di Selinna è testimone principale di un’esperienza condivisa ogni giorno da molte donne. Ma allo stesso tempo è unica e ci porta in un viaggio di carne, di tagli, di sangue e di sogni, alla ricerca di una propria identità nel mondo.

Miglior Video Musicale
“Lucy”
di Roberto Pili
Attraverso le emozionanti parole dell’artista CAL, il video musicale ripercorre abilmente le vicende personali e di carriera della protagonista Maria Lucia Feitosa “LUCY”, eroina femminista, pioniera del calcio femminile in Brasile.
Combattendo contro pregiudizi e stereotipi, è stata la prima “verdeoro” ad aver giocato in Italia, in Europa e nella prima edizione sperimentale del Campionato Mondiale femminile FIFA del 1988.

Premio Regione Campania
“A piedi nudi”
di Luca Esposito
Una storia di denuncia sociale, in piena mission del Festival, raccontata attraverso i vicoli di Napoli e gli occhi innocenti di uno scugnizzo. Il protagonista sperimenta la vita nell’innocenza dell’infanzia, ma la percezione del gioco e della leggerezza del mondo cambia e si rivela nella sua amarezza.
Il dualismo libertà-trappola e la metafora dei piedi nudi lasciano lo spettatore con infinite opportunità di vedere il film ogni volta in maniera diversa.
Premio Menzione Speciale
“Francesco Dascenzo”
per “Il posto del Padre”
Il documentario alterna il racconto in prima persona dei protagonisti ad un approccio osservativo della loro vita. A dominare è un vero e proprio flusso di coscienza, una confessione aperta durante la quale i personaggi parlano alla telecamera mantenendo lo sguardo fisso e vincolando l’attenzione dello spettatore.
Premio associazione culturale Ipazia
“Happy Song”
di Yuri Santurri
Una performance corporale, un dialogo di sospiri, respiri, lacrime e note. I protagonisti di questo struggente cortometraggio sono amore e musica. Ed è la musica che consente alle protagoniste di vivere il loro amore e che le terrà unite per sempre, perfino oltre la morte.
PREMIO IC PADRE ARTURO D’ONOFRIO
“Grande Edo”
di Sebastiano Colla
Un inno alla gentilezza, alla comprensione. Il protagonista speciale, il Grande Edo, combatte la diffidenza con occhiali da Top Gun per poi difendere la diversità con una eroica espressività ed una energia a tratti magnetica.
Il teatro, inizialmente luogo di imbarazzo, diventerà la sua possibilità di connessione con gli altri, e sarà trampolino di lancio del suo enorme talento.
PREMIO SEZIONE SCHOOL
L’anima della festa
di Lorenzo Vitrone
Il cortometraggio nasce dal racconto di una storia vera, ma è un manifesto completo delle crepe e di tutti i malesseri delle nuove generazioni.
Tra tutti, spicca il tema del branco, quel bisogno smodato di eludere la noia a qualsiasi costo, divorando senza pietà ed umiliando chi è incapace di convivere con la propria vulnerabilità.
PREMIO PICCOLA OPERA DELLA REDAZIONE
“Cinema Arturo”
di Costanza Cioncolini
Una lettera d’amore alla settima arte ed un atto di fede a Tornatore. Un racconto nostalgico, un viaggio nella memoria esplorando con malinconia ed introspezione il tema del ritorno.
PREMIO PRO LOCO VISCIANO
My city
della “Pro Loco di Giugliano”
Attraverso immagini inedite, si raccontano le bellezze artistiche e paesaggistiche del territorio giuglianese con riferimenti alla storia e alle tradizioni, senza trascurare problematiche sociali di forte impatto.
PREMIO UNPLI NAPOLI
“Literna,l’ ultima sirena”
di “Pro Loco Marano Flegrea”
In un mondo fantastico, si alternano episodi in diretta con ricordi di guerra e visioni sul futuro, creando una fascinosa sensazione di un viaggio nel tempo.
PREMIO RADIO CARPINE
“Voce”
Andrea La Puca
“Voce” è un impulso, un grido di solidarietà, una necessità di
dare voce a chi non ha potuto utilizzare la propria.
Una soluzione sperimentale, un palcoscenico instabile ed atipico
in composizione dal vivo.
Storie strozzate riprendono ossigeno e volti di personaggi
fantasma fanno eco alle paure ed alle violenze subite da tante
donne.